di Davide Rocco Capalbo

Ci sono tante cose che un neonato non sa del mondo, ed è veramente difficile spiegargli tutto. Molte cose il bambino le imparerà solo vivendo, ma almeno bisognerà indicargli la strada e dargli delle indicazioni di massima per orientarsi. È quello che ha pensato, come tanti genitori, anche Oliver Jeffers, quando due anni fa è diventato padre.

Oliver Jeffers è uno dei migliori autori di libri per ragazzi al mondo e, dopo aver scritto alcune tra le storie più belle degli ultimi anni, ora, per dare il benvenuto nel mondo a suo figlio, ha pubblicato il suo primo libro non-fiction: Here we are. Notes for Living on Planet Earth.

Il libro è una vera e propria presentazione del mondo. In copertina c’è un simpatico pianeta Terra che galleggia nello spazio, con aerei, razzi e satelliti che gli orbitano intorno.

copertina di Here we are. Notes for Living on Planet Earth, di Oliver Jeffers (Philomel Books, 2017)

Prima di iniziare l’avventura, già nelle sguardie c’è un’informazione fondamentale per non perdere la bussola: come si trova il nord guardando la stella polare. Il libro si apre collocando il nostro pianeta nel sistema solare, con una bella scritta Here we are sopra la Terra. Poi pian piano ci si avvicina a vedere meglio com’è fatta. Le informazioni in queste pagine sono esposte in modo incredibilmente semplice. Vanno dalla composizione del pianeta tra acqua, terre emerse e atmosfera, alla varietà di paesaggi e condizioni climatiche, alle cose che ci sono sott’acqua e nel cielo.

Con la stessa semplicità con cui spiega il cielo e la terra, Oliver Jeffers, arrivati al cuore del libro, racconta a suo figlio che cosa significa essere una persona. Innanzitutto vuol dire avere un corpo, stare attenti a tenere sempre insieme tutti i pezzi, ricordarsi di mangiare, bere e stare al caldo. Ma questa è solo la base.
C’è una doppia pagina in cui sono disegnati, uno accanto all’altro, uno sopra all’altro, un pianista, un postino, un lottatore di sumo, una suora, un punk, un astronauta, un carcerato, un pagliaccio, una donna col burka, un indiano, un cowboy e ancora tante e tante altre persone. In queste pagine Jeffers dice:

«Le persone possono essere di tante forme, dimensioni e colori. Possiamo sembrare tutti diversi, comportarci in modo diverso e suonare diversi, ma non farti ingannare, siamo tutti persone».

Seguono poi informazioni su come le persone vivono nel mondo, le cose che fanno di giorno e le cose che fanno di notte, la vita di campagna e la vita di città, i progressi tecnologici raggiunti e la strada che ancora abbiamo da fare. La raccomandazione che fa a suo figlio è di essere gentile con tutti e di prendersi cura del pianeta.

Sul pianeta siamo in sette miliardi. Nessuno sarà mai solo. Siamo qui per aiutarci l’un l’altro. Nelle ultime pagine del libro Jeffers invita suo figlio a chiedere aiuto quando ne avrà bisogno: ci sarà sempre qualcuno. Ci sarà lui, ci sarà la famiglia, e, in fila indiana, ci saranno tutte le persone del mondo: il pianista, il postino, il punk, il lottatore di sumo, la suora, l’astronauta, il carcerato…