di Dora Vedova

Jean Harambat, classe 1976, è un fumettista francese dalla carriera promettente. I suoi lavori sono da tempo oggetto di riconoscimenti e premi vari e ora, con Opération Copperhead ha vinto il Prix Goscinny 2018: premio speciale per la sceneggiatura all’interno del Festival Internazionale del Fumetto di Angoulême.

copertina di Opération Copperhead, di Jean Harambat (Dargaud, 2017)

L’“Operazione Copperhead” faceva parte del più vasto programma di depistaggio noto come “Operazione Fortitude” – messo in atto dalle forze alleate nel 1944 – e prevedeva una serie di trucchi, inganni e bufale per depistare il controspionaggio tedesco.

L’operazione venne concepita dal colonnello Clarke, capo della controinformazione britannica e uomo dalla feconda immaginazione che, vedendo un film di Billy Wilder, prese l’idea di cercare un sosia per il generale Montgomery (detto Monty), che era alla testa delle forze alleate e sorvegliato dai nazisti. Bisognava cercare, reclutare e formare alla svelta l’uomo adatto, per poi inviarlo in finte ispezioni su e giù per l’Africa settentrionale, così da far credere che gli alleati si preparassero a un attacco nel sud della Francia anziché in Normandia, dove si trovava il vero Monty.

Churchill, entusiasta, affidò il bizzarro incarico a niente meno che David Niven, attore allora sulla cresta dell’onda che aveva lasciato Hollywood per difendere la patria inglese.
Il teatro della seconda guerra mondiale non smette di affascinare ed essere rivisitato. Almeno questa volta gli orrori restano sullo sfondo, per lasciare spazio all’avventura rocambolesca, alla suspense di spionaggio, controspionaggio e controinformazione tra servizi segreti inglesi e tedeschi.

Harambat si è ispirato a Blake e Mortimer, gloriosa serie di fumetti del dopoguerra, con uno stile più pastellato, limpido e stilizzato. In Opération Copperhead il suo talento si manifesta nei tratti semplici e leggeri con cui ritrae personaggi arci noti come Churcill, Montgomery e Niven, ma anche sapendo rendere quella particolare atmosfera di mistero tipica dei film di Agatha Christie, con contrasti di luce e colori caldi e avvolgenti. I rimandi cinematografici sono vari, da Frank Capra a Hitchcock e a Lubitsch, senza parlare del fatto che i protagonisti di questa storia sono dei veri attori, più o meno noti (David Niven, Peter Ustinov, Clifton James).

Il lettore è spettatore, proprio come al cinema; eccitato, divertito e con un po’ di cuore in gola all’insegna del british humor, onnipresente, tanto che non ci vuole molto a immaginare in sottofondo il motivetto de La pantera rosa.

Opération Copperhead è stato premiato per la ricchezza della sceneggiatura, in particolare per il talento di raccontare situazioni intricate per frammenti e capitoli senza appiattirsi su una cronologia monocorde, ma giocando con flashback e anticipazioni.

La parola d’ordine è leggerezza, usata per descrivere una realtà più improbabile della finzione, una storia strampalata e tuttavia reale. Una commedia spassosa, gustosa e intelligente che dimostra che si può vincere la guerra a suon di buonumore e idee stravaganti.