di Dora Vedova

D C-T è un libro bizzarro, intelligente, divertente. Di difficile catalogazione – a metà tra un albo illustrato e una fanzine – consiste in una serie di illustrazioni le cui didascalie sono costituite da lettere in codice, da decifrare leggendole ad alta voce e cercando di adattare il risultato sonoro a una parola o una frase che abbia senso rispetto all’illustrazione.

Le autrici sono due trentenni che si sono divise i compiti in base alle loro specialità: Joana Avillez, illustratrice, vive dei suoi disegni e Molly Young, scrittrice, è maestra nel giocare con le parole.

Ma veniamo ai tre fattori che hanno fatto nascere D C-T.

Durante la Seconda guerra mondiale, molte studentesse americane si sono viste recapitare quello che sembrava un banale test di attitudine per le parole crociate. Chi passava la prima selezione veniva sottoposta a prove sempre più complicate, fino a scremare le donne più “diaboliche” che, fingendosi segretarie, si impegnavano a decriptare ogni possibile codice nemico come strategia di controspionaggio.

Tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, le piccole Joana Avillez e Molly Young, una nella costa Est e l’altra nella costa Ovest, crescevano con gli albi illustrati di William Steig, offerti rispettivamente dai loro papà (a cui infatti è dedicato D C-T). In particolare le due bambine avevano amato CDB! (See The Bee!) e poi CDC?, (See The Sea?), in cui Steig aveva inventato le didascalie a crittogrammi per bambini.

Un po’ di tempo dopo, le nostre Joana e Molly, ignare l’una dell’altra, frequentano la stessa Università di Providence in Rhode Island per poi andare a vivere a N-Y: Joana è newyorkese di nascita, Molly acquisita.

Finalmente, tre anni fa si incontrano, si conoscono, scoprono i suddetti punti in comune con stupore ed entusiasmo e decidono di fare un lavoro insieme, in omaggio al linguaggio enigmistico di Steig e seguendo le orme delle donne decriptatrici di guerra, scegliendo New York e i suoi abitanti come cornice esemplificativa di tutto ciò che di più stravagante può accadere in città.

Le immagini e gli enigmi sonori catturano il mito di N-Y in scene di vita cittadina, popolate di fricchettoni, modaioli, onnipresenti topi e scarafaggi, donne in carriera che neutralizzano un rapinatore con un laconico “I M B-Z”, (I am busy) o che si godono una sontuosa e sgangherata cena in bagno, luogo icona dell’intimità con un rilassante “Y-N &-I-N” (Wine and Dine). O ancora, strutture con un puzzle nel puzzle: “N-E I-D-S”? (Any ideas?)

Uscito in America il primo maggio 2018 per la Penguin Press, vi si respira un senso di meraviglia, orgoglio e riverenza per la City, indispensabile per riuscire a vivere «nella pancia di una bestia che soffre di reflusso gastrico», come la definisce l’autrice. Sono proposti in modo riconoscibile, e allo stesso tempo immaginati come mai prima, suoni, viste e odori non sempre del tutto graditi di New York City, che Molly definisce come «un sottile strato strutturato in cima a un brulicante mucchio di caos».

Per la decifrazione dei crittogrammi le autrici suggeriscono di rivolgersi a un bambino, ma se non ce ne fossero nei paraggi si può consultare la comoda lista delle soluzioni gentilmente messa a disposizione in appendice.