di Alessandra Testa

Il 21 febbraio in Bangladesh è la giornata in cui si commemora l’uccisione di diversi studenti che nel 1952 scesero in piazza per chiedere che il bengalese fosse tutelato come lingua nazionale.
Il Comitato dell’Assemblea Costituente del Pakistan aveva annunciato che l’urdu sarebbe stata la sola lingua di stato del Pakistan, di cui il Bangladesh fece parte fino al 1971. Le proteste durarono una settimana e, davanti al Medical College dell’Università di Dacca, la polizia rispose con la violenza.

Per ricordare quegli avvenimenti, l’Unesco ha istituito nel 1999 la Giornata Internazionale della Lingua Madre. Riconosciuta nel 2007 dall’assemblea generale dell’Onu, la ricorrenza celebra il multilinguismo e la diversità linguistica e culturale.

Come segnala ogni anno bdnews24, uno dei quotidiani online più letti nel paese asiatico, è proprio il Bangladesh il simbolo di questa giornata. E lo è con il suo monumento Shaheed Minar (shaheed sta per martire) costruito davanti alla facoltà di Medicina a imperitura memoria. È lì che ogni 21 febbraio si depositano fiori e organizzano inziative celebrative.

monumento Shaheed Minar realizzato a Dacca, in Bangladesh, nel 1952 per commemorare i martiri del movimento per la conservazione della lingua madre. (Foto © Mostaque Ahammed)

In un mondo sempre più multiculturale, la difesa delle lingue madri è una piccola rivoluzione di pace. Un ponte da lanciare verso chi arriva per comprenderne storia e identità e per dare pari dignità a ogni cultura in ogni paese del mondo oltre che per scongiurare il pericolo che molte lingue madri, soprattutto quelle meno parlate fra le 7mila esistenti, scompaiano.

«Parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore».

Facendo propria la frase del premio Nobel Nelson Mandela, molte biblioteche pubbliche italiane hanno cominciato a dotarsi di sezioni multiligue di libri con l’intento di avvicinare anche le famiglie di origine straniera. Tra i progetti più lodevoli, la bibliografia multilingue di albi per bambini in età prescolare Mamma Lingua, nata per iniziativa del Coordinamento regionale Nati per Leggere Lombardia e realizzata in collaborazione con Ibby Italia.

Avere a disposizione una collezione di 127 titoli nelle lingue più parlate dalle comunità di origine straniera presenti in Italia – albanese, arabo, cinese, francese, inglese, rumeno e spagnolo – a cui si aggiunge la presenza nelle biblioteche anche di testi in altri idiomi molto diffusi come polacco, russo, slovacco, thai, tigrino o swahili – è uno strumento da non sottovalutare per gli insegnanti delle scuole dell’infanzia. Grandi classici della letteratura come Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, Il piccolo bruco mai sazio di Eric Carle e Elmer l’elefante variopinto di David McKee, ormai pubblicati in tutte le lingue rappresentate nel nostro paese, potrebbero essere riletti a casa dai genitori che non parlano l’italiano, dando lustro a una lingua che i figli tendono spesso a rifiutare, ma che rappresenta invece la loro identità.