di Davide Rocco Capalbo

Ogni anno la Bologna Children’s Book Fair sceglie un Paese come ospite d’onore della fiera. Nell’ultima edizione, che si è svolta la settimana scorsa, il Paese ospite d’onore era la Cina (e sappiamo già che l’anno prossimo toccherà alla Svizzera).

Come nel resto del mondo, anche in Cina quello dell’editoria per ragazzi è l’unico settore dell’editoria a reggere, anzi, è in crescita da diversi anni con numeri molto superiori alla media: il mercato cinese cresce con un tasso annuo del 10-15%, e da qualche tempo si pubblicano, e si esportano, libri sempre più belli.

Per questo motivo, per la Cina la fiera di Bologna è stata sicuramente una vetrina molto importante, e non è un caso che il dialogo tra Cina e Bologna continuerà con la China Shanghai International Children’s Book Fair, che da quest’anno sarà organizzata proprio in collaborazione con la Fiera di Bologna. L’appuntamento è dal 9 all’11 novembre 2018 a Shanghai, per chi ci andrà.

Una delle tendenze più interessanti è la nascita di case editrici private: in Cina la maggior parte delle case editrici sono statali. Secondo una ricerca presentata durante il Global Kids Connect del 2016, in Cina ci sono 582 editori statali, di cui solo 30 specializzati in libri per ragazzi. L’ingresso nel mercato di editori stranieri e la nascita di editori privati, perciò, si nota molto, e infatti è una notizia dello scorso marzo che il Partito abbia chiesto agli editori di importare meno e sostenere di più gli autori locali: in un Paese in cui ci sono 220 milioni di ragazzi sotto i 14 anni e vengono pubblicati 40 mila libri per ragazzi all’anno, l’importazione di titoli stranieri, per lo più francesi, inglesi e americani, è stata lamentata dal Partito come un intollerabile “afflusso di ideologia” dall’occidente. Ma il Partito principalmente ce l’ha con Peppa Pig.

L’importazione di titoli dall’estero, a questo punto molto difficile da arginare, per gli editori cinesi ha rappresentato anche l’opportunità di entrare in contatto con un modo di fare libri per ragazzi che in Cina fino a qualche tempo fa non era così scontato. A partire dai primi anni del 2000 la Cina ha iniziato a importare molti libri per ragazzi. I primi albi illustrati sono arrivati nelle librerie cinesi poco più di dieci anni fa, e tutt’oggi rappresentano una novità molto stimolante: molti autori e illustratori cinesi hanno iniziato a scriverli, diventando sempre più bravi. Negli ultimi anni perciò la produzione di albi illustrati cinesi è cresciuta molto, la qualità si è alzata e iniziano a fioccare le traduzioni di libri cinesi sugli scaffali delle librerie occidentali.

Tutt’altro discorso per la narrativa: fiabe, racconti e romanzi per ragazzi sono una tradizione consolidata, e autori validi di certo non mancano. Un nome su tutti, Cao Wenxuan, che in patria è molto popolare, ha scritto oltre cinquanta libri e nel 2016 è stato il primo autore cinese a vincere il premio Hans Christian Andersen.