di Davide Rocco Capalbo

L’illustratore Frank Viva in un articolo sul New York Times ha notato che quest’anno sono usciti tre libri che, in un modo o nell’altro, raccontano storie in cui l’ombra si stacca dal corpo che la proietta e prende vita propria, per poi riconciliarsi con il proprio padrone.

L’ombra, uno degli archetipi più interessanti e più potenti, rappresenta il nostro lato oscuro, le parti di noi che non amiamo, ciò che non vogliamo accettare, che preferiamo reprimere: debolezze, stranezze, sentimenti negativi e pulsioni selvagge con cui prima o poi tutti nella vita dobbiamo fare i conti.

Nelle fiabe classiche compare a volte come ombra vera e propria, più spesso sotto forma di mostri, orchi, demoni e streghe: tutte raffigurazioni degli aspetti più torbidi dell’essere umano. E anche tra le fiabe di Andersen ce n’è una intitolata proprio L’ombra, in cui un’ombra si stacca dal suo padrone e, col tempo, diventa un uomo ricco e potente. L’ombra, ormai indipendente, dopo diversi anni torna dal suo vecchio padrone, ma non per riconciliarsi: lo convince a diventare la sua ombra – un’inversione di ruoli su cui gli psicologi avrebbero sicuramente molto da dire.

In Smoot, a rebellious shadow, di Michelle Cuevas e Sydney Smith, il protagonista del libro è un’ombra che si chiama Smoot. Smoot è stanco di fare tutti i giorni le stesse cose del ragazzino di cui è l’ombra: vorrebbe una vita tutta sua, indipendente. Un giorno quindi se ne va e, finalmente libero, fa tutto ciò che vuole (compreso costruire un castello per rane). La sua ribellione ispira tutte le altre ombre, di persone, animali e oggetti, a fare lo stesso. Alla fine, però, Smoot torna dal ragazzo, che vorrebbe essere meno noioso e somigliare di più alla sua ombra: il ragazzo impara a fare il ribelle, e si divertiranno a giocare insieme.

copertina di Smoot, a rebellious shadow, di Michelle Cuevas e Sydney Smith (Dial Books for Young Readers, 2017)

In George e l’ombra di Davide Calì e Serge Bloch, invece, l’ombra di George, omino mite e ordinario, non è minimamente intenzionata ad andar via. Segue il suo povero padrone proprio ovunque, creandogli un po’ di problemi. L’ombra non si limita a stare per terra come tutte le ombre: cammina, salta, si sveglia per far colazione prima di George, fa cose che un’ombra non dovrebbe fare. George prova a liberarsene senza alcun successo, e alla fine dovrà imparare a convivere con la sua ombra.

copertina di George e l’ombra, di Davide Calì e Serge Bloch (Terre di mezzo, 2017)

Hortense and the Shadow, infine, è il libro di esordio delle sorelle Natalia e Lauren O’Hara. L’ambientazione (boschi e neve) ricorda molto l’Europa Centrale, patria di leggende e fiabe oscure. Il libro racconta della piccola Hortense che, stanca di avere sempre un’ombra che la segue ovunque, un giorno trova il modo di liberarsene. È felice senza ombra fino all’arrivo di una banda di terribili banditi. Come è facile immaginare, sarà solo grazie all’intervento coraggioso dell’ombra che tutto andrà per il meglio, e le due si riconcilieranno.

copertina di Hortense and the Shadow, di Natalia e Lauren O’Hara (Puffin, 2017)