In buona parte del mondo, giovedì 1 febbraio sarà un giorno dedicato alla lettura ad alta voce, soprattutto per bambini e ragazzi. Fondata nel 2007 dalla scrittrice ed esperta di didattica Pam Allyn, l’organizzazione nonprofit LitWorld invita ogni anno, tra febbraio e marzo, chiunque lo voglia a partecipare al World Read Aloud Day: la giornata mondiale della lettura ad alta voce, appunto.
L’iniziativa di LitWorld è nata per promuovere l’alfabetizzazione principalmente in contesti in cui la povertà è molto diffusa e le opportunità di leggere e condividere storie sono più scarse. L’impegno di LitWorld a promuovere l’alfabetizzazione nasce dalla convinzione che saper leggere, scrivere e raccontare storie sia un diritto fondamentale dell’uomo, e non un privilegio di pochi: è determinante per raggiungere l’indipendenza economica e la parità di genere, e per molti rappresenta una via d’uscita dalla povertà.
Chi sa leggere e scrivere dispone di un ventaglio più ampio di parole per esprimersi e per interpretare fatti, avvenimenti, notizie. Persone con un buon livello di alfabetizzazione sono cittadini più consapevoli e hanno maggiori possibilità di partecipare alla vita democratica e di vedere riconosciuti i propri diritti.
Da non trascurare, poi, la questione di genere: dei 750 milioni di analfabeti nel mondo, secondo i dati raccolti dall’UNESCO, due terzi sono donne; e guardando solo alla popolazione più giovane, le ragazze che non sanno leggere e scrivere sono tre su cinque. Negli ultimi anni l’analfabetismo è in calo e la popolazione femminile sta recuperando a velocità doppia rispetto a quella maschile, ma siamo ancora lontani dalla parità.
Il WRAD è un’iniziativa di cui in Italia e in Europa non si parla molto, ma nel corso degli anni è arrivato a coinvolgere scuole, biblioteche e associazioni in una trentina di Paesi tra America del Nord e del Sud, Africa e Asia. Saranno tantissimi i bambini e i ragazzi, ma anche gli adulti, che giovedì si ritroveranno per leggere ad alta voce racconti, fiabe e albi illustrati, e ci sarà anche qualcuno che leggerà storie a qualcun altro da una parte all’altra del mondo.
Chi legge, solitamente legge in silenzio: non siamo più abituati a leggere ad alta voce; eppure è una modalità di lettura che bisognerebbe riscoprire. Come suggeriva anche Annamaria Testa su Internazionale qualche tempo fa, leggere ad alta voce è il modo migliore per far avvicinare alla lettura chi non apre neanche un libro all’anno, ed è un metodo didattico che dà risultati sorprendenti: secondo una ricerca del Melbourne Institute of Applied Economic and Social Research, i bambini a cui viene letto qualcosa ad alta voce tutti i giorni imparano a leggere e scrivere un anno prima di quelli a cui non viene letto niente, e questo dato vale a prescindere dal reddito, dall’estrazione sociale e dal background culturale dei genitori.