di Dora Vedova

«Alcune capitali africane hanno la loro eccellenza culturale: Ouagadougou ha il cinema, Bamako la fotografia, Abidjan la musica, Dakar la modaConakry meritava di avere la sua, ed è intorno ai libri che stiamo costruendo il nostro progetto da dieci anni!»

Con queste parole di orgoglio Sansy Kaba Diakité, direttore della casa editrice L’Harmattan-Guinée e commissario dell’evento, spiega come Conakry – capitale della Guinea – abbia concorso per essere quest’anno la Capitale mondiale del libro. Non è stato certo per caso! Un’attenta giuria internazionale composta da associazioni di editori, biblioteche e librai studia i progetti meritevoli in base al coinvolgimento delle autorità nel settore del libro, alla quantità e qualità delle attività, alla partecipazione di autori, editori, librai e bibliotecari.

Dal 2001 ogni anno l’UNESCO assegna il titolo di Capitale mondiale del libro a una città, in riconoscimento dell’impegno per promuovere la diffusione del libro e incoraggiare la lettura. Fino a poco tempo fa il governo guineano non considerava l’accesso al libro come una priorità: il Ministero della Cultura è molto piccolo e non dispone di fondi, il libro è un prodotto raro e costoso, troppo poche le librerie e le biblioteche, gli editori insufficienti. In Occidente facciamo fatica a rendercene conto, ma in Africa l’analfabetismo è ancora molto diffuso (in Guinea è al 60%) e la scolarizzazione si ferma a livelli molto bassi, soprattutto per le bambine.

Ecco che la nomina di Conakry sconvolge lo status quo. L’impegno dell’équipe di Sansy Kaba Diakité ha dato i suoi frutti. La giuria ha scelto Conakry proprio «per l’attenzione al coinvolgimento delle comunità e per gli obiettivi di sviluppo che riguardano i giovani e l’alfabetizzazione».

Che la Capitale mondiale del libro sia una città africana è un evento con ripercussioni nel continente intero. È la prova che l’Africa francofona è considerata a livello internazionale. Una ventata di aria fresca per tutto ciò che i libri investono: l’infanzia, la scuola, l’identità, la cultura.

Per Aliou Sow (Editions Ganndal) è la spinta per difendere la letteratura nazionale, attirare la curiosità di editori stranieri, partecipare alle fiere “del Nord” come Bologna e Francoforte, iniziare collaborazioni e coedizioni panafricane e infine mostrare la diversità, il dinamismo e il valore dell’edizione nelle lingue africane.

A Conakry sono attesi 500.000 visitatori, 4.500 autori e un migliaio tra incontri, conferenze e dibattiti. L’evento non si ferma ai libri, ma parte dai libri per investire la cultura tutta.

Di fatto è già iniziata la creazione di mediateche in tutti i comuni della città e di punti lettura nei quartieri più isolati. Ma la vera sfida è portare le autorità a un’attenzione duratura per il mondo libro affinché sostengano la creazione di librerie e biblioteche in tutto il paese.

I libri, l’apprendimento e la lettura sono essenziali alla vita. Ora che lo sa, speriamo che la politica guineana continui a crederci.