I nostri Fuori Collana

I nostri Fuori Collana

Colpi di fulmine a cui non possiamo rinunciare,
Viaggi di parole su temi che ci stanno a cuore,
Parole libere per costruire storie consapevoli.


AlBoom!

AlBoom!

Gli albi col botto

Storie per sognatori militanti, per chi è convinto che siano le storie a “sorreggere il mondo”, per quelli che «a che serve un libro senza dialoghi né figure?».
Albi da sfogliare con la lettura a voce alta o silenziosa, che parlano di mondi così inventati che sembrano veri. Adatti a chi sta aprendo gli occhi sul mondo e a chi è già in cammino da un po’, ma non ha smesso di immaginare.
La collana AlBoom! scoppietta, senza fare male a nessuno. Consigliamo comunque di maneggiare con cautela: le frasi brevi si trasformano in emozioni lunghe, e possono provocare forti sbalzi di umore.


Vidas

Vidas

Vidas, come le biografie dei trovatori provenzali del basso medioevo. In esse, il racconto delle loro vite si muove tra storia e leggenda, intessendo insieme, come trama e ordito, aneddoti romanzeschi e fatti realmente accaduti. Della stessa stoffa sono le biografie romanzate della nostra collana, tra parole e figure. Vite controverse e non banali che vale la pena raccontare senza perdere il gioco della finzione.


Kate Milner

Kate Milner

Kate Milner ha studiato illustrazione al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra e le sue opere sono state pubblicate in riviste ed esposte in varie gallerie di Londra e in mostre itineranti. Dopo qualche anno passato a lavorare come bibliotecaria e a occuparsi della sua famiglia, Kate è tornata a disegnare grazie a un posto nel Master alla Cambridge School of Art della Anglia Ruskin University. Il mio nome non è Rifugiato è un progetto indipendente sviluppato durante l’ultimo anno di studi. Per Il mio nome non è Rifugiato si è ispirata a sua figlia che iniziava la carriera di insegnante e alla propria esperienza di attivista politica. Il suo obiettivo era comunicare tutta la complessità della crisi europea dei migranti a un pubblico giovane ma esigente.

Il mio nome non è Rifugiato è stato vincitore del Victoria and Albert Museum Illustration Awards 2016. La giuria ha affermato: «Nonostante la gravità dell’argomento, le illustrazioni possiedono un’allegria anarchica che mostra il debito di Milner verso i grandi illustratori del passato, come Gerald Scarfe, Ralph Steadman e Ronald Searle». La giuria ha apprezzato gli schizzi a matita e a inchiostro di Milner, il post-editing in Photoshop, i «personaggi espressivi» e l’uso «delicatissimo di linee, forme e colori». Nel 2016 Milner ha aperto l’account Twitter @AbagForKatie, ispirata dal film Io, Daniel Blake. Si tratta di una campagna per donare prodotti sanitari alle donne attraverso i banchi alimentari.

Il mio nome non è Rifugiato è stato, inoltre, selezionato al Klaus Flugge Picture Book Prize 2018 e candidato al Kate Greenaway Medal 2018.


Canizales

Canizales

Tra rane che cantavano in 16 bit, scimmie che saltavano da un ramo all’altro lanciandosi dei manghi e uccelli del paradiso che si nascondevano tra le orchidee colombiane, Canizales, da bambino, ascoltava le storie raccontate dagli antichi spiriti del bosco, all’ombra di un albero di Guava o tra gli scricchiolii notturni della sua casa. Erano storie così emozionanti che a scuola fingeva di prendere appunti, mentre in realtà riempiva le pagine con le avventure di quelle creature magiche. I professori si arresero e Canizales finì per studiare belle arti e belle (e brutte) parole. Le sue storie erano così incontenibili da cominciare a comparire sui giornali come strisce comiche e in televisione come corti animati, oltre a essere appese come quadri sulle pareti di qualche galleria.
Tanto era il rumore nella sua Cali natale, che Canizales decise di trasferirsi su un’isola, dall’altro lato del mondo, per potersi concentrare e permettere ai suoi personaggi di vivere nei libri creati apposta per loro. E proprio a Maiorca la Strega verde ha cominciato a camminare fino a far ottenere a Canizales, nel 2016, il premio Apila opera prima.
Bruno, la rana, non ha voluto essere da meno e gli ha consegnato – sempre nel 2016 – il premio Boolino. Oggi Canizales è molto felice di continuare a scrivere libri, e ancora ascolta le storie del bosco e della notte, ma non solo: ascolta anche quelle delle sale operatorie di chirurgia estetica, dei cortili delle scuole, delle biblioteche, delle pubblicità di carte di credito e anche quelle che tu gli vorrai raccontare scrivendo a info@canizales.eu.


Leonard (Leonardo Torchi)

Leonard

(Leonardo Torchi)

Leonard (Leonardo Torchi) nasce a Bologna dove frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. A New York incontra la “fauna superstite“ della Factory di Warhol. Muovendosi tra l’Italia e il resto del mondo, Leonard ha una passione innata per l’arte pop e assorbe tutto quello che è colorato, multiforme e contemporaneo.
Dal 1993 ha esposto in numerose gallerie in Italia e all’estero e si è occupato di grafica per libri, riviste e applicazioni multimediali.
Tra le mostre:
R. Rich a New York, Arte per Pordenone, Facciamo le scarpe all’Aids presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la partecipazione ad Erotica ‘94, Cage negli spazi di Les Mots Libres, Leonhard allo “Studio Cavalieri”, la collettiva L’arte per la solidarietà alla Johns Hopkins University, Hybrids in Polonia. Ha collaborato con stilisti per la realizzazione di capi dipinti e le sue opere sono apparse su riviste, cataloghi e libri d’arte.


Federica Iacobelli

Federica Iacobelli

Federica Iacobelli è nata a Roma e cresciuta a Napoli, oggi vive a Bologna. Insegna sceneggiatura all’ISIA di Urbino e scrive per film documentari, per il teatro e per Antenna International. Come drammaturga collabora stabilmente con “Catarsi Passeggere” accanto a Marinella Manicardi. Per la Rai è stata nel gruppo di autori del programma L’Albero Azzurro e sceneggiatrice di alcuni episodi del cartone animato L’arte con Matì e Dadà.
Tra i libri pubblicati: Uno studio tutto per sé (Motta Junior, Premio Pippi scrittrici per ragazzi 2008), il monologo teatrale Il était de mai nell’antologia Théâtre en court 4 (Les Editions Théâtrales 2009, traduzione di Olivier Martinaud e Eleonora Ribis), La città è una nave nella collana di autobiografie d’infanzia “Gli anni in tasca” (Topipittori 2011) e il romanzo Storia di Carla nella collana “I chiodi” diretta da Matteo Marchesini (Pendragon 2015).